scheda evento
Presentazione del volume edito da Meltemi. Intervengono: Marcella Campagnano, Marcelo Exposito, Ugo La Pietra, Marco Scotini. Modera: Massimiliano Guareschi
Una complessiva analisi dell’estetica dell’archivio e una critica alla forma pratica che l’archivio ha assunto nell’arte; a partire da un percorso di confronto con opere e artisti, lungo un itinerario che partendo dall’Italia si estende all’Europa orientale, all’Africa e all’Asia. Dai dialoghi con Harun Farocki, Vyacheslav Akhunov e Marko Pogacnik alle analisi su uno spettro di pratiche artistiche – che dalla “differenza italiana” si aprono sugli spazi della decolonialità, chiamando in causa il lavoro di figure quali Piero Gilardi e Ugo La Pietra, Laura Grisi e Marcella Campagnano, Ivan Kožarić, Mao Tongqiang e Meschac Gaba – l’archivio diviene la prospettiva attraverso la quale costruire narrazioni controegemoniche in grado di restituire alle pratiche artistiche una vocazione critica.
Questo volume offre lo sviluppo di una tesi che assegna all’archivio una sfida importante e ambiziosa: liberare il tempo dalla tirannia del Soggetto e della Storia, se con Storia intendiamo una successione lineare di eventi logicamente connotati dal mero rapporto causa-effetto e soggetti a una dimensione teleologica del divenire. L’archivio contro la storia è infatti il sottotitolo del libro. L’archivio non può dunque essere inteso come semplice strumento dell’arte, della scienza o della storiografia. Non una semplice raccolta di dati, documenti o informazioni ma vera e propria praxis che, nella sua potenza creatrice e artistica, restituisce voce – o meglio, cerca di restituire voce a ciò che non è stato archiviato: un’identità repressa, esiliata, un resto, uno scarto non integrato… Un’operazione che forse resta irrisolta, proprio perché nata nel paradosso di qualcosa che, pur aspirando a essere archiviata, sfugge all’archiviazione.
«L’inarchiviabile non è soltanto ciò che è rimasto fuori dagli archivi del passato perché considerato non archiviabile (un resto, uno scarto non integrato). Non è soltanto quella parte residua da cui sono partito per le mie ricerche nello sforzo di ricondurre tale resto all’interno di quell’orizzonte virtuale in cui si sdoppia la nostra materia temporale. È vero che il mio sforzo, negli ultimi venti anni, è stato quello di cercare di rendere nuovamente possibili memorie collettive sepolte, corpi disobbedienti, ruoli repressi, libri interdetti, cartografie marginali, esposizioni rimosse. Allora l’inarchiviabile potrebbe coincidere con il terreno privilegiato di tale ricerca, in cui ho tentato di restituire al passato la sua possibilità. Eppure inarchiviabile è piuttosto quel residuo che – malgrado il nostro tentativo di archiviazione digitale globale – sempre rimarrà tale, come un’insopprimibile minaccia d’oblio. Sul confine mobile e invisibile che separa l’archiviabile dall’inarchiviabile si gioca la nostra contemporanea partita (etico-politica) con la temporalità: nel tempo, contro il tempo, in favore di un tempo a venire.»
Marco Scotini è Direttore del Dipartimento di Arti Visive e del Biennio specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali di NABA (Nuova Accademia di Belle Arti) di Milano e Roma. È Direttore artistico di FM Centro per l’arte contemporanea di Milano e, dal 2014, del programma espositivo del PAV – Parco Arte Vivente di Torino. Ha curato il padiglione albanese alla Biennale di Venezia del 2015, tre edizioni della Biennale di Praga (2003, 2005, 2007), la prima Biennale di Anren (2017) e la seconda edizione della Biennale di Yinchuan (2018). È advisor della Bangkok Art Biennale (2020, 2022). È curatore di Politiche della memoria. Documentario e archivio (con E. Galasso, 2014) e di Utopian Display. Geopolitiche curatoriali (2019) e autore di Artecrazia (2021).
Dati editoriali
Pagg. 278
Collana Geoarchivi
Euro 20,00
Uscita 18 novembre 2022
ISBN 9788855196420
Editore Meltemi
Ufficio Stampa Meltemi
Clarissa Greta Gibella
3201932677
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